Il momento in cui ricevi il pacco contenente le prime copie del romanzo che hai scritto è emozionante. È la concretizzazione di un sogno.
Quell'idea che ti è balenata in testa in un giorno qualunque, che poi hai messo su carta e che, parola dopo parola, è cresciuta, ti ha conquistato e ti ha rapito trascinandoti in una dimensione solo tua, in una storia solo tua con personaggi che solo tu conosci e guidi come un burattinaio; diventa qualcosa di tangibile, che non è più soltanto un file sul tuo computer, ma è una parte di te che spicca il volo.
Sono le notti che hai trascorso pensando alle avventure da far vivere ai personaggi che hai creato; il tempo impiegato a scrivere, cancellare e riscrivere cercando di far filare una frase; le ore passate alla minuziosa ricerca di refusi; è il frutto del tuo lavoro, il tuo sogno, la tua creatura che decidi di liberare e di condividere con il mondo.
Non so se sia narcisismo, altruismo o masochismo, ma il momento della pubblicazione ha davvero un sapore agrodolce, almeno per me. La felicità di stringere fra le mani il risultato di un lungo e laborioso lavoro, si mescola con la paura del giudizio degli altri, dei loro pensieri e delle loro emozioni che speri siano le stesse che volevi trasmettere. Perché in fondo è questo il compito di uno scrittore: regalare emozioni, condividendo sogni.
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