Correggendo testi mi sono resa conto di un problema piuttosto diffuso: la difformità dei tempi verbali utilizzati dagli autori.
Spesso mi imbatto in manoscritti dove la narrazione parte al passato, poi improvvisamente arriva al presente, poi torna al passato in un balletto cronologico privo di qualunque logica se non quella dettata dall'inesperienza e dalla superficialità dell'autore.Uno dei capisaldi della scrittura in generale, fin dai tempi della scuola, è: se si inizia con un tempo verbale, poi bisogna mantenere quello. Se si decide di impostare un libro al presente, poi bisogna continuare così, non si può passare al passato, al trapassato e poi tornare al presente e così via, senza una valida motivazione funzionale alla storia. Serve una linearità costante che deve essere mantenuta per tutto il testo. Ovvio che possono esserci delle eccezioni, ma queste devono essere utili per la storia, devono cioè essere ben ponderate e non frutto del caso, poiché questo denota la mancanza di professionalità e di esperienza dell'autore, e se si presenta un testo impostato in questo modo a una CE, questa non può che scartarlo.
Consiglio a tutti gli autori di verificare sempre la coerenza dei tempi verbali nel proprio testo oppure di farsi aiutare da un editor professionista o da un correttore di bozze sia se si intente proporre il manoscritto a una CE e sia se lo si intende pubblicare in self, poiché è bene tenere presente che chi decide di leggere un libro utilizza parte del proprio tempo libero per farlo, e tutti sappiamo quanto sia prezioso il tempo. Occorre perciò rispettare i lettori, e non avere la presunzione di essere letti solo perché abbiamo scritto un libro.
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