L'unica regola da rispettare, però, è l'uniformità. Se si parte scrivendo shh, poi lo si deve scrivere allo stesso modo per tutto il volume. Lo stesso vale per mmh o mhh ecc.
Un discorso a parte serve invece per be'. Essendo l'abbreviazione di "bene" sarebbe opportuno, e più corretto scrivere "be'" piuttosto che "beh". Ma la scelta spetta comunque all'autore.
Il mio consiglio è dunque quello di scegliere una versione del suono e mantenerla tale per tutto il testo. L'uniformità e la coerenza sono indispensabili per trasmettere al vostro lavoro qualità e professionalità. La ricerca di tali caratteristiche accomuna tutte le CE e sono gli aspetti che fanno sì che un volume acquisti agli occhi del lettore il senso di cura meticolosa e certosina da parte dell'autore. Infondono e aumentano nel lettore l'idea che ciò che è scritto fra le pagine del libro sia "veritiero" poiché frutto di studio ponderato e calcolato, e non certo lasciato al caso e/o a un metodo di lavoro frettoloso e poco rispettoso nel confronto del lettore.
Non commettete perciò l'errore di scrivere nello stesso volume un suono in modi diversi, se non per attribuirvi un senso specifico diverso dagli altri.
La scrittura di testi narrativi è una vera e propria arte che ha la sua massima espressione nell'evocare nel lettore l'illusione che tutto sia reale. Tutto è sospeso su un fragile equilibrio tra realtà e finzione in cui basta niente per incrinare questa magia. Il lettore deve maturare la massima fiducia nell'autore e se nel testo si scorgono incongruenze o incoerenze questa fiducia inizia a vacillare fino perdersi completamente.
L'arte della scrittura e quindi la buona riuscita di un testo narrativo passa anche attraverso queste piccole cose. Nulla in un libro può essere lasciato al caso.
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